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Proroga fatturazione elettronica 2019: tutti gli aggiornamenti

Proroga fatturazione elettronica 2019: tutti gli aggiornamenti

L’obbligo di fatturazione elettronica tra privati è regolarmente entrato in vigore dal 1 gennaio 2019 come previsto. Nessuna richiesta di proroga è stata accolta. Tutti gli aggiornamenti qui

L’obbligo di fatturazione elettronica tra privati è regolarmente entrato in vigore dal 1 gennaio 2019 come previsto. Nessuna richiesta di proroga è stata accolta. Fino all’ultimo tuttavia, c’è stato il dubbio che questa eventualità si potesse verificare e che il grande giorno potesse slittare perché, oltre alle rimostranze di professionisti e imprese preoccupati per l’avvio del nuovo metodo, non sono mancati i ricorsi in sede giudiziaria.

Tuttavia, la fattura elettronica non è una novità arrivata all’improvviso. L’entrata in vigore dell’obbligo a partire dal 1 gennaio 2019 era previsto nella Legge di Bilancio 2018 (legge numero 205/2017). La normativa prevedeva che a partire da quella data le fatture emesse per la cessione di prestazioni e beni tra soggetti stabiliti in Italia dovessero essere solo elettroniche. Tale circostanza è stata attuata ed è valida sia che la cessione avvenga per operazioni B2B, quindi tra due soggetti che dispongono di partita IVA, sia B2C, cioè nei confronti di un cliente non soggetto IVA. Per professionisti e imprese appartenenti alle filiere dei carburanti e dei subappalti inoltre, l’obbligo di fatturazione elettronica è scattato già dal 1 luglio 2018. Nelle ultime settimane dell’anno scorso però, sono emerse le posizioni di chi sperava in un rinvio dell’entrata in vigore dell’obbligo per ragioni dettate dalla necessità di mettersi in regola entro i termini ma anche dubbi circa alcuni aspetti legati al sistema di fatturazione elettronica, come la gestione dei dati personali. Questa richiesta si è anche tradotta in un ricorso al Tribunale civile di Roma, azione messa in campo da parte della categoria professionale più coinvolta nella situazione: i commercialisti.


Proroga fatturazione elettronica 2019: tutti gli aggiornamenti


 Il ricorso in sede giudiziaria

Il 27 dicembre al Tribunale civile di Roma si è tenuta l’udienza per entrare nel merito del ricorso in via d’urgenza presentato da Anc, Associazione nazionale dei commercialisti, contro l’Agenzia delle Entrate, per richiedere il rinvio dell’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica tra privati. Il procedimento è stato avviato ritenendo che non fosse garantita totalmente la sicurezza dei dati personali scambiati durante l’atto di emettere la fattura. L’Anc si era in precedenza rivolta al Garante della Privacy segnalando che le software house private non avrebbero garantito una soglia accettabile di sicurezza e trasparenza nella gestione dei dati personali, con il rischio che la riservatezza degli stessi non fosse del tutto assicurata.

L’iniziativa giudiziaria non ha avuto seguito, il giudice ha rigettato l’istanza cautelare avanzata dall’associazione non riscontrando concreti motivi di gravità tali da sospendere il provvedimento di entrata in vigore dell’obbligo. Pochi giorni prima infatti, il 20 dicembre 2018, era intervenuto sul tema il Garante della Privacy, ingiungendo all’Agenzia delle Entrate ulteriori misure per proteggere i dati.

 La protezione dei dati personali

Il Garante per la protezione dei dati personali ha organizzato un tavolo tecnico con Agenzia delle Entrate, Ministero dell’Economia e della Finanza, Agid, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e AssoSoftware, l’Associazione dei produttori di software gestionale e fiscale. In seguito al confronto, il Garante ha dato il via libera all’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica dal 1 gennaio 2019 ad alcune condizioni, rilevando alcune incompatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali. Inizialmente infatti, era previsto che l’Agenzia delle Entrate archiviasse tutti i dati, anche quelli di natura non strettamente fiscale. In seguito all’intervento del Garante, saranno memorizzati sono i dati fiscali per attuare i controlli automatizzati al fine di rilevare eventuali discrepanze, irregolarità o reati. Questo viene fatto però escludendo la specificazione del servizio per cui si è fatta fattura. Per garantire maggiormente la riservatezza, il Garante ha disposto che i soggetti che erogano prestazioni sanitarie non dovranno emettere fattura elettronica.

Inoltre, il Garante ha chiesto all’Agenzia delle entrate di migliorare la cifratura dei dati, ha anche avvertito ufficialmente tutti gli operatori coinvolti nella fatturazione elettronica della presenza di alcune clausole contrattuali da parte delle software house che possono portare a sanzioni per la violazione della normativa sulla protezione dei dati. La situazione sarà controllata nuovamente entro il 15 aprile 2019, data entro cui l’Agenzia delle Entrate produrrà una nuova valutazione d’impatto.

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 Nessuna proroga, ma più soggetti esentati

Non c’è stata dunque la necessità di intervenire con una proroga, ma di aggiustare certi parametri. In seguito all’intervento del Garante della Privacy, l’Agenzia delle Entrate ha definito anche i soggetti esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica. In particolare, sono esonerati:

  • Imprese e professionisti che rientrano nel regime di vantaggio (articolo 27, commi 1 e 2, del DL 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla legge del 15 luglio 2011, n. 111).
  • I soggetti che rientrano nel regime forfettario (art. 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190).
  • Tutti gli operatori sanitari, che siano o no tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria.
  • Piccoli produttori agricoli (art. 34, comma 6, del Dpr n. 633/1972).
  • Società e associazioni in regime forfettario (legge n. 398/1991) che nell’anno precedente non abbiano superato la soglia di 65.000 euro di proventi commerciali.

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