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Firma grafometrica nel B2B: perché puntare sulla firma digitale

Firma grafometrica nel B2B: perché puntare sulla firma digitale

Firma grafometrica? Nel B2B la firma digitale assicura autenticità e integrità e validità legale ad un documento. Un vantaggio indiscusso per PA e imprese.

Con firma grafometrica si intende il processo che prevede l’apposizione di una firma autografa su un dispositivo hardware (tipicamente un sign up) attraverso cui allegare a un documento elettronico dati biometrici che assicurino la correlazione univoca tra firmatario e ciò che viene firmato. Si tratta di una preziosa opportunità per creare documenti nativi digitali, che non necessitano, cioè, di essere stampati. 

Con i sistemi per la firma digitale l’autenticità del documento, la sua tutela e la corrispondenza tra firmatario e file è invece garantita da una evoluta tecnologia di sicurezza che, perciò, consente maggiore libertà d’uso.

Nei dati dell’ultimo Osservatorio Digital B2B si legge che quasi la metà delle aziende italiane l’anno scorso ha accelerato i propri progetti di digitalizzazione dei processi B2B e circa 1 su 4 ha investito in soluzioni digitali, in particolare, proprio, per la gestione della firma (6,8%). Più nello specifico, il 18,4% delle organizzazioni oggetto dell’indagine ha concretamente attivato iniziative di digitalizzazione nel 2020, soprattutto per l’introduzione di firme digitali (7,3%), di strumenti per lo scambio di documenti elettronici (6%), di software a supporto dei processi interni (5,4%) e di tool per la conservazione digitale (3,5%). Nei prossimi due anni il 38,5% delle imprese prevede di investire in strumenti per digitalizzare i processi B2B.

Firma grafometrica nel B2B: perché puntare sulla firma digitale

 La normativa sulla firma grafometrica

I dati biometrici rilevati per autenticare la firma grafometrica riguardano la velocità di firma, l’accelerazione e la pressione della firma stessa.

Le normative che regolano la firma grafometrica (e in generale le firme elettroniche) fanno capo a CAD – Codice amministrazione digitale, AgID – Agenzia per l’Italia digitale e soprattutto al Regolamento UE n° 910/2014 – eIDAS – electronic IDentification Authentication and Signature che si occupa di stabilire una regolamentazione comune a tutti gli stati membri in merito ai mezzi di identificazione elettronica.

Tale legislazione equipara la validità della firma grafometrica a quella della FEA – Firma elettronica avanzata e, in generale, richiede che vi sia identificazione del firmatario, connessione tra firma e firmatario e la non modificabilità del documento dopo che vi è stata apposta la firma.

Per quanto riguarda in particolare il tema dati biometrici personali e il diritto alla privacy si deve far riferimento al n.513/2014 del provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali che indica come trattarli e che restringe il campo di applicazione di tali dati che, per esempio, devono essere usati solo dopo il consenso dei firmatari.

Soddisfatti tali requisiti le firme si possono ritenere valide come quelle autografe.

 Firma grafometrica vs firma digitale

La firma grafometrica è, quindi di fatto, una tipologia di firma elettronica avanzata (tra l’altro, molto diffusa si pensi agli ambiti bancari e assicurativi).

Il CAD regola invece la firma digitale definendola come segue: “un particolare tipo di Firma Elettronica Avanzata basata su un certificato qualificato e su un sistema di chiavi crittografiche, una pubblica e una privata, correlate tra loro, che consente al titolare tramite la chiave privata e al destinatario tramite la chiave pubblica, rispettivamente, di rendere manifesta e di verificare la provenienza e l’integrità di un documento informatico o di un insieme di documenti informatici”.

In questo caso si parla quindi di una specifica soluzione tecnologica, ossia la crittografia a chiavi asimmetriche. Quest’ultima (che combina in modo indissolubile un numero binario ossia la firma ai bit che compongono un documento informatico) garantisce massima sicurezza e quindi valore legale ai documenti che possono quindi essere prodotti e firmati ovunque ci si trovi in piena sicurezza, senza necessità di ricorrere a device.

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 A cosa serve la firma digitale

La firma digitale assicura autenticità e integrità del documento e ne garantisce validità legale. I documenti firmati con questo sistema non possono essere modificati e questo rappresenta quindi un indubbio vantaggio per cittadini, Pubblica amministrazione e imprese.

La firma digitale, in pratica, serve per tantissimi scopi, per esempio, per assicurare la provenienza di una fattura elettronica (si può cioè sottoscrivere tutto il flusso di fatture da inviare all’Agenzia delle Entrate). Oltre a questo, le soluzioni per la firma digitale che sono rese sicure dalla tecnologia crittografica consentono l’apposizione di firma su contratti, dichiarazioni, autocertificazioni, richieste di contributi, visure camerali. Con la firma digitale si possono anche firmare bilanci aziendali, presentare atti amministrativi alla PA e così via.

Secondo i dati IDC (che ha fatto un sondaggio tra gli utenti) i vantaggi della firma digitale sono:

  • maggiore efficienza del business per il 58% degli intervistati;
  • un accesso rapido a informazioni e documenti per un altro 58%;
  • una riduzione dei costi per il 44%;
  • una migliore collaborazione per il 35%;
  • più facile e veloce adeguamento normativo, sempre per il 35%.

A valle di tutto questo, non si può trascurare il fatto che la firma digitale sia uno strumento fondamentale per quella trasformazione digitale ormai indispensabile (come non fare riferimento alla pandemia e a ciò che ha rappresentato per quanti non hanno potuto far fronte a modalità di lavoro da remoto) per restare competitivi sul mercato.


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